I suoceri albanesi nelle Marche.
Il 29 marzo 2017 va in scena al Teatro delle Api «I suoceri albanesi» di Gianni Clementi con protagonisti Francesco Pannofino e Emanuela Rossi e la regia di Claudio Boccaccini. Nuovo appuntamento della stagione realizzata da Comune e Fondazione Progetto Città & Cultura con l’AMAT e il sostegno di MiBACT e Regione Marche, «I suoceri albanesi» – nel cui cast figurano oltre a Pannofino e alla Rossi Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà, Elisabetta Clementi – è un irresistibile meccanismo tutto giocato fra “politicamente corretto” e luoghi comuni, fra l’idealismo di una famiglia borghese progressista e il crudo realismo di due giovani operai albanesi, fra giochi di parole ed equivoci.
Lucio, cinquantacinquenne, consigliere comunale progressista, e Ginevra, cinquantenne, chef in carriera con un passato di lotte politiche, conducono un’esistenza improntata al politicamente corretto. La coppia cerca quotidianamente di trasmettere alla figlia Camilla, 16enne, lo stile di vita pregno di valori importanti e parole mai banali. A tavola, ascoltando un telegiornale, commentando episodi di vita, ogni occasione è buona per ribadire l’importanza della politica, della solidarietà, della fratellanza.
La rottura di una tubazione che rischia di allagare l’appartamento sottostante, occupato da un eccentrico Tenente Colonnello, obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del servizio igienico. La ditta è formata da due ragazzi: Igli, 35 anni e Lushan di 18. Sono albanesi, con una storia alle spalle di quelle che si leggono tutti i giorni: viaggi su barconi fatiscenti, la clandestinità, l’agognato permesso di soggiorno e ora una Ditta tutta loro e ben avviata. Secondo Lucio e Ginevra è un esempio da seguire per Camilla e per i giovani come lei, abituati a situazioni agiate e iperprotettive. Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze sue e di Ginevra crollano come un castello di carte. E chi predica bene…
Cristina Capodaglio
I open Paroleacapo for my great love: the Theater which allows me to travel while I’m still, dreaming sitting in the audience, dance in the gallery and take pics before the curtain rises!
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